Piove sul bagnato.
Da oggi siamo tornati tra i campi dopo un paio di giorni in cui le richieste a noi pervenute sono state gestite dal coordinamento centrale di Fossa.
In Abruzzo piove sulle tende, a volte nelle tende, piove sulla gente nei campi che non hanno ancora spazi pubblici al coperto, eppure in un certo senso continua a piovere anche su chi ha la "fortuna" di avere una buona tenda o un telone sotto il quale trovare riparo.
E’ una pioggia di ritardi, mancanze, disorganizzazione, burocrazia.
Al campo "verde acqua" (L’Aquila città), solo grazie allo scalpore destato da un servizio televisivo andato in onda nella giornata di ieri, dopo più di due settimane sono state finalmente installate alcune docce, manca ancora una cucina vera e propria e i pranzi portati dalla CRI (non prima delle 15) sono stati definiti letteralmente "indecenti" dagli stessi operatori del campo, il tutto a 500 mt da Piazza d’Armi, la tendopoli prediletta da politici e giornalisti, per intenderci.
A Lilletta ci sono ancora significative necessità primarie (frutta, verdura, abbigliamento) e in generale cominciano a verificarsi dei cali e delle irregolarità nell’afflusso di materiale, del resto una dinamica ovvia se si pensa alla grandissima percentuale di aiuti di origine privata. Inoltre per la prima volta abbiamo avuto difficoltà nel reperire materiale dai magazzini della Caritas, solitamente fornitissimi, una coincidenza questa piuttosto preoccupante.
Sintetizzando, a quasi 20 giorni dall’evento sismico sussistono diffuse difficoltà di approvvigionamento a livello di beni basilari come alimenti e vestiti e/o carenze dal punto di vista infrastrutturale (impianti, docce), inoltre, in tutti i campi c’è una rotazione settimanale del personale che pone significative difficoltà a livello organizzativo: operatori appena giunti dall’altro capo della penisola che devono ambientarsi, conoscere la popolazione dei campi, imparare a muoversi ecc. E’ come se ogni lunedì si ripartisse da zero, sicchè dobbiamo relazionarci di volta in volta con soggetti ancora inesperti relativamente alle esigenze dei singoli campi. – Non è facile per noi – ha dichiarato stamane una signora al campo di Lilletta, e anche per chi deve portare aiuti riconquistare fiducia e rapporti pienamente operativi con le istituzioni del campo non è affatto cosa scontata.
Ancora a Lilletta poi, la popolazione è al corrente del fatto che in zona Bazzano c’è (o c’era) un magazzino con scarpe e indumenti nuovi di zecca, sono 15 giorni che richiedono una fornitura di tale materiale ma – a parte gli stracci non ci hanno portato nulla – continua la donna che conclude con un – qui serve ancora tutto -.
A proposito, il "blocco" della Misericordia è saltato o almeno nei fatti non esiste più, non ci è dato sapere se si tratta di un passo indietro da parte dei vertici dell’organizzazione o se più semplicemente il buonsenso degli operatori ha voluto una lettura più elastica del diktat dei giorni scorsi, fatto sta che si passa e anzi al campo di Lilletta abbiamo già recuperato la nostra posizione di fornitori di frutta e verdura fresca.
Il campo di Bagno Chiesa grande, pur necessitando di approvvigionamenti quotidiani di frutta e verdura, sembra al momento la situazione più stabile insieme a Poggio di Roio dove in realtà il cambio di personale sembra aver creato una certa confusione anche rispetto all’avere in mattinata la lista delle richieste dal campo, sicchè stamane dopo 3 chiamate con risposte ambigue e contraddittorie abbiamo deciso di saltare il campo sperando in una migliore organizzazione per la giornata di domani.
Venendo al resoconto della giornata di oggi, abbiamo consegnato prevalentemente frutta e verdura fresca più altri beni non-alimentari:
– 17 cassette zucchine, 10 funghi, 5 bieta, 4 pere, 1 banane (per un totale di 77,30 euro grazie alle molte cassette omaggio)
– Sapone liquido per mani
– Sapone per panni
– Schiuma da barba
Campi raggiunti:
– Bagno Chiesa grande
– Bagno Lilletta
– L’Aquila verde acqua
Mentre stavamo ripartendo per Avezzano si è scatenato un vero e proprio nubifragio di cui possiamo solo immaginare le conseguenze nei campi: L’Aquila nel giro di un minuto è diventata un fiume in piena, strade allagate, mezzi in aquaplaning e traffico semiparalizzato. Il rapporto tra cemento e cervello è passato troppo a lungo inosservato da queste parti.