Dopo le iniziative di ieri, concluse con lo sventolamento di uno striscione a pochi metri da Obama, la mattinata di oggi comincia con un’occupazione simbolica di una delle tante case sfitte e agibili di L’Aquila.
Una protesta che da un lato rivendica la necessità di trovare sistemazioni dignitose per una popolazione da più di 3 mesi in tenda e dall’altro indica una possibile soluzione, contro ogni speculazione edilizia e il deturpamento del territorio previsto dal piano c.a.s.e.
Si stima infatti che a L’Aquila prima del 6 Aprile ci fossero più di 3500 case sfitte, di cui molte nuove e che non hanno subito danni dal sisma, la requisizione di tali edifici è una soluzione reale che va considerata prima di costruire e cambiare irrimediabilmente il paesaggio aquilano.
Nel pomeriggio, in contrapposizione alla visita delle first ladies che hanno avuto libero accesso al centro della città, un corteo guidato dalle "last ladies" aquilane, che il centro non lo vedono dal 6 Aprile, ha sfilato fino ai limiti accessibili del centro storico, contestando il decreto abruzzo, il piano c.a.s.e. e il recente decreto 78 che impone dal 1 gennaio 2010 la beffarda restituzione delle tasse non pagate dagli aquilani in questi mesi.
Domani ultima iniziativa prevista per questo g8 aquilano, dalle 15 una marcia pacifica convocata dalle realtà sindacali di base si snoderà lungo la statale 17 dalla stazione di Paganica fino alla Villa comunale di L’Aquila.
Foto e cronache su:
http://g8.italy.indymedia.org/node/560
http://g8.italy.indymedia.org/node/631