Dopo settimane di terrorismo mediatico la manifestazione di oggi, come ampiamente previsto, si è svolta nella più totale tranquillità e serenità.
Migliaia di persone (forse 10.000) provenienti da paesi ed esperienze diverse, hanno sfilato dalla stazione di Paganica fino alla Villa comunale di L’Aquila in solidarietà col popolo aquilano che dal 6 Aprile sta sperimentando localmente le logiche speculative della shock economy già conosciute in altri contesti e in altre parti del mondo.
In particolare si è posto l’accento sulla popolazione ancora in tenda a più di 3 mesi dal sisma, in un contesto già provato dalla crisi e in cui tutte le attività produttive stanno subendo enormi perdite, senza alcuna forma di garanzia per i lavoratori e le famiglie aquilane.
Se il modello gestionale aquilano, dall’esautorazione delle comunità locali alla militarizzazione del territorio fino alle annunciate speculazioni (edilizie e non), intende elaborare strumenti per affrontare la crisi globale, è evidente che l’intera esperienza vada respinta in blocco e contrastata prima di tutto nel territorio, elaborando forme partecipative capaci di coinvolgere sempre più una popolazione che dopo il dramma del terremoto subisce tutto il peso di scelte non condivise e calate dall’alto, in un contesto di in(de)finita emergenzialità.
In questa ottica la questione aquilana è tutt’altro che locale ma rappresenta un esperimento i cui frutti avvelenati potrebbero non tardare a finire nel calderone della politica nazionale, e del resto il recente disastro Viareggino già ci dice qualcosa sulla riproducibilità del suddetto modello.
Rimarcati i parallelismi tra la realtà locale e globale e aperta un’importante parentesi che include il caso aquilano all’interno di meccanismi ben più ampi e geopoliticamente estesi, l’esigenza che da oggi si impone è quella di tornare a lavorare nel quotidiano, sottotraccia, lasciandosi alle spalle la sbornia mediatica di questi giorni, in attesa di una smobilitazione dell’apparato militare che permetta alla popolazione di respirare dopo il pesante clima di controllo legato a questo cinico G8 aquilano.
Prossimi aggiornamenti tra qualche settimana.