Con un piede nel G8

Dopo un lungo periodo di silenzio torno ad aggiornare il blog, che sarà operativo per tutto il periodo del G8.

In quest’ultimo mese (e più) ne è passata di acqua sotto i ponti, moltissime situazioni sono evolute (o regredite) e in primis la cittadinanza che, seppur attraverso diverse forme e contenuti, si prepara alle varie iniziative contro il G8, è molto cambiata da quella che raccontavo alla fine di Maggio, quando era ancora in massima parte sopita, frastornata e certamente illusa dalle promesse del governo.

L’elemento più significativo sta proprio nel mutamento dell’opinione pubblica (di Aquilani e Abruzzesi), un cambiamento che a mio modo di vedere ha conosciuto un’importante accelerazione nei giorni successivi alla tornata elettorale, quando il governo, dopo aver ottenuto la maggioranza delle preferenze (seppur a fronte di un elevato astensionismo), il giorno successivo alle elezioni annuncia candidamente il ritiro degli emendamenti al "decreto Abruzzo" e di ogni tipo di garanzia rispetto al futuro di alcune importanti aziende locali. Quel momento ha probabilmente rappresentato l’inizio di quella diffusa disillusione che ad oggi a portato a una decina di manifestazioni che hanno visto protagonisti proprio gli sfollati delle tendopoli e sulla costa, tra le più significative da ricordare quella sotto il parlamento e quella del 27 giugno a L’Aquila. Da un certo momento in poi gli stessi telegiornali hanno avuto problemi a montare servizi accettabili di Berlusconi nelle tendopoli, che al contrario ha cominciato a preferire spostamenti in elicottero per evitare i cortei di protesta che spontaneamente montavano, risparmiandoci così i bagni di folla, i proclami al popolo e i vari sketch (dentiere et similia) tipici della prima ora.

Del resto le motivazioni per questa rabbia non mancano: dalle cifre irrisorie per la ricostruzione, all’incertezza sui finanziamenti a carico dello stato fino al solito nodo della partecipazione degli enti (e comitati) locali alla ricostruzione, unite a una crescente consapevolezza relativamente ai contenuti del Piano C.A.S.E., una soluzione insufficiente sia qualitativamente (per la dislocazione delle future costruzioni e la definitività delle stesse), sia quantitativamente (per il limitato numero di sfollati che i nuovi moduli potrebbero ospitare), in un contesto in cui continua a palesarsi un parallelo e sospetto disinteresse per un centro storico ancora da mettere in sicurezza. Se a tutto ciò aggiungiamo le difficoltà legate a un’esistenza fortemente irrigidita dal crescente clima di controllo e militarizzazione all’interno e all’esterno dei campi, alla negazione, o quantomeno riduzione, degli elementari diritti di riunione e manifestazione, forse la situazione appare anche piuttosto pacata relativamente al contesto.

E’ bene in ogni caso che questa rabbia non divampi nei modi in cui dall’alto ci si aspetta e probabilmente ci si augura che avvenga, l’intelligenza nelle varie e diversificate contestazioni che giustamente saluteranno il G8 di L’Aquila è alla base di ogni singola iniziativa, affinchè non si compia un salto nel buio che per qualcuno possa "giustificare" il permanere di uno stato di emergenza utile solo a continuare e rafforzare la scellerata catena di scelte dall’alto.

In questo senso va aperta una parentesi sul vergognoso operato della stampa nazionale e, ancor più grave, di quella locale, con pochissime eccezioni: preventivate invasioni barbariche da parte di "black block", proteste "no-global" e improbabili "vendette per il G8 di Genova", la realtà dei fatti è quella di una serie di chiamate assolutamente pacifiche, inclusa la marcia del 10 voluta dal patto di base nel territorio Aquilano ma ben distante dalla zona rossa e da qualunque altro "obiettivo sensibile". Alla luce delle molte falsità emerse, per la posizione di Epicentro solidale su questa e sulle altre mobilitazioni rimando al comunicato ufficiale, che segue.


“Tutto di me finirà, tranne quell’ultimo centimetro di libertà per cui vale la pena di vivere, un centimetro è piccolo e fragile, ma è l’unica cosa al mondo che vale la pena di avere, non dobbiamo mai perderlo, svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino.” [Alan Moore]

L’assemblea nazionale organizzata a L’Aquila lo scorso 1 giugno aveva avuto, molto opportunamente, l’esito di demandare ai comitati locali, sorti dopo il sisma dello scorso 6 aprile, il compito di indicare le possibili iniziative da inserire nelle giornate del  vertice G8 che si terrà dall’8 al 10 luglio prossimi.
Gli stessi comitati, riunitisi nelle giornate seguenti, avevano indicato un percorso variegato di iniziative che, iniziando il giorno 6 luglio con una Fiaccolata per la “verità e giustizia” sulla tragedia dello scorso aprile, sarebbe vissuto anche attraverso un Forum Sociale nella giornata del 7 luglio.

Queste proposte, presentate nella seconda Assemblea Nazionale dello scorso 21 giugno, sono state accolte molto favorevolmente da tanti tra i partecipanti e vanno ad aggiungersi alle tante altre che si terranno nella settimana dal 4 al 10 luglio, come la manifestazione di Vicenza di sabato prossimo per chiedere la cancellazione del progetto sull’ampliamento della Base Dal Molin, passando per le azioni che verranno messe in atto nella capitale nelle giornate del 7 e 8 luglio per dare il “benvenuto” alle delegazioni che parteciperanno al G8, fino alla “Goletta Verde” che attraverserà le coste abruzzesi dell’Adriatico.

Il Patto di Base (Confederazione COBAS, CUB/RdB, SDL) ha voluto presentare nella stessa assemblea un’altra iniziativa, l’organizzazione di una marcia, in programma l’ultimo giorno del vertice, il prossimo 10 luglio, che è stata accolta favorevolmente da alcune associazioni, partiti e movimenti presenti, incontrando invece l’opposizione dei comitati locali e di altre realtà che hanno subito dichiarato di voler rispettare esclusivamente il calendario di iniziative proposto dai comitati e di non aderire alla manifestazione proposta per il 10 luglio.

Epicentro Solidale, rete che unisce associazioni, movimenti e centri sociali, organizzazioni politiche e individualità ha partecipato fin da subito al percorso indicato nella prima assemblea nazionale ed ha contribuito alla formulazione di quelle stesse iniziative presentate al successivo appuntamento, condividendone per intero premesse e scopi. Detto ciò ci siamo trovati di fronte alla decisione del Patto di Base che ha raccolto le sollecitazioni a manifestare già emerse fin dal primo incontro nazionale ed ha di fatto aggiunto un elemento nuovo, frutto di una scelta nazionale e non condivisa insieme ai comitati locali. Si tratta di una scelta coraggiosa, perché afferma l’importanza di una manifestazione  da tenersi in concomitanza con il vertice internazionale, ma anche rischiosa, proprio per le modalità che l’hanno generata e che non sono state unanimemente apprezzate.

Eppure siamo consapevoli che sia stata quella del governo la scelta scellerata! Ovvero quella di spostare il G8 dalla Maddalena a L’Aquila con il criminale tentativo di tacitare qualsiasi protesta organizzando il vertice in una città terremotata, speculando pertanto sul dolore e sui tanti disagi che l’intera popolazione sta sopportando da quasi tre mesi; un obiettivo che la manifestazione contribuirà a far fallire miseramente aggiungendosi alle altre iniziative in programma nell’intero arco temporale che vedrà la presenza degli otto capi di stato. Berlusconi proverà a dare l’immagine di un g8 dal “volto umano”, per nascondere le responsabilità della crisi economica, le responsabilità del disastro sociale che sta generando a partire dalla precarietà e dalla disoccupazione, per nascondere le responsabilità della tragedia aquilana e della speculazione sulla ricostruzione che è oramai ai nastri di partenza. Noi vogliamo contribuire a tutte le iniziative che vogliono rompere questo ingranaggio e che proveranno a connettere il tema della ricostruzione al tema della crisi economica… è un percorso lungo che vogliamo coltivare.

Se sia le iniziative promosse dai comitati che la manifestazione andranno bene, ne usciremo tutti un pò più forti, se anche una sola di queste iniziative dovesse fallire, ne usciremmo tutti un po’ più deboli. Non esistono certezze, solo opportunità. E secondo noi è il caso di coglierle. Non è Berlusconi a poterci dire se possiamo andare o meno all’Aquila in quei giorni … a noi che aquilani non siamo, almeno non tutti, che per gli aquilani non ci permettiamo di parlare, ma che al loro fianco siamo stati sin dalle prime 24 ore. E non ce ne andremo a riflettori spenti e a G8 finito!

Non è questo il momento delle polemiche, per questo Epicentro Solidale è impegnato a sostenere tutte le iniziative che si svolgeranno in territorio aquilano in quei giorni e auspica la migliore riuscita di tutti gli appuntamenti in programma dato che questi, nonostante tutto, partono da una comune critica verso quelle scelte politiche imposte dall’alto e mirano, al contrario, alla costruzione di percorsi dal basso, veramente trasparenti e partecipati.

Epicentro solidale

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